La remissività.
Sul tema della remissività o remissione sono stati versati fiumi di inchiostro e parole; ne ho trattato ampiamente anche io nel saggio “Profumo di zoccoli”…probabilmente in maniera barbosa per la maggioranza del pubblico che si è avvicinata a questi temi con le più diversificate motivazioni…
La remissività è un carattere quasi onnipresente nelle relazioni e giochi di tipo “foot fetish” e nonostante molte persone neghino l’esistenza o importanza di questa “presenza invadente” io credo che non la si possa negare del tutto.
Il motivo di questa negazione risiede spesso nell’idea che chi pratica il “foot fetish” lo faccia in modo decontestualizzato da un latente senso o sentimento di umiliazione provato verso il gentil sesso… in molti affermano: “adoro il piede femminile non per il piacere di sottomettermi a una donna ma per il senso di gratificazione erotica e feticista che ne ricavo…mi piace il piede perchè sono feticista, amo anche le calzature femminili perchè sono retifista… e questa mia passione, per quanto strana, non implica alcuna remissione o sottomissione” …ebbene è probabile che per alcune persone questo modo di vivere il foot fetish sia vero e sia l’unico modo col quale abbiano mai sperimentato questa dimensione “kink”.
Ma permettetemi di dirvi che un feticismo-retifismo senza una briciola di “remissività” è come una passione senza sentimento…e dove non c’è sentimento non può esistere passione. Una passione, che viene dalla parola greca “pathos” e che significa “capacità di suscitare e provare un’intensa emozione sul piano estetico o affettivo”…sensazioni che sono alla base della deformazione feticista e retifista.
E che esista questa forma di sentimento che si manifesta nel corso dell’azione adorativa di genere foot fetish è un dato evidente.
C’è poesia nel gesto e nel senso di remissione sotteso dalle pratiche foot fetish e questa verità connaturata al fenomeno è stata subito colta e ben interpretata dalla penna di un autore che sul foot fetish in chiave Femdom ha costruito una vera e propria epopea, nella quale si cantano le gesta eroiche di cavalieri servili che si inchinano all’autorità e al fascino delle loro regine Donne.
Doctor R.
https://doctorretifist.wordpress.com/


Ci sono oggetti, feticci, simboli… che se presi singolarmente e decontestualizzati hanno un proprio significato, unico e inamovibile. Penso alla frusta, che rimanda subito il pensiero al comando, al potere, alla punizione e al dolore. Poi prendo in considerazione, separatamente, un paio di sandali, zoccoli-pumps o decolleté e la mia mente vola subito verso l’idea della femminilità, della bellezza, dell’eleganza e dell’armonia… e per estensione mi viene trasmesso un senso di benessere e piacere, due concetti molto lontani e opposti a quelli mossi dall’immagine iniziale della frusta.
Ad un certo punto decido però di accostare questi due oggetti, portandoli all’interno del medesimo contesto… e allora cosa succede? Accade che il loro contrasto, che in apparenza li respinge sul piano concettuale e semantico, crea paradossalmente un’energia di attrazione reciproca, ma soprattutto un’estensione dei loro rispettivi e singolari significati.
I concetti veicolati dai due oggetti tendono a traslare e fondersi donandoci una nuova lettura dell’insieme…
tutto questo avviene all’interno di una nuova scena o contesto che per semplificare noi possiamo identificare con l’espressione “Area dell’erotismo e sessualità di genere BDSM”…
un’area umana determinata dall’unione di sessi, ruoli e identità che sul piano concettuale sono opposti (che si contrastano) ma che a livello pratico trovano un’intesa, e collaborano attivamente all’interno di una relazione e di un corpo di regole simboli, e convenzioni condivise.
Il BDSM è la fusione degli opposti che crea attrazione e sinergia tra individui che spesso hanno diverso orientamento erotico-sessuale, formazione educativa ed estrazione culturale, ma che intendono e vivono l’erotismo e la sessualità nel medesimo modo o secondo modelli fortemente assimilabili.
Il BDSM si nutre di simboli e simbolismi… tra questi ho preso quelli rappresentati dalla frusta e dalle vertiginose calzature femminili, che danno una precisa lettura del concetto del sadomaso all’interno delle relazioni cosiddette di Dominazione/sottomissione (D/s).
Questi due simboli ci catapultano in un “sottodominio” dell’erotismo e sessualità di tipo D/s che siamo solitamente abituati a chiamare col termine di “Femdom” (Dominazione Femminile)… termine concettuale che scardina l’impostazione tradizionale dell’esercizio del potere e dei ruoli nelle relazioni tra il sesso maschile e quello femminile, creando nuove dinamiche tra i sessi, ma in particolare nuove energie e complicità a livello empatico e fisico.
Doctor R.
autore del saggio “Profumo di zoccoli”


Foot Model è la ragazza o donna che avendo preso coscienza dell’oggettiva armonia e bellezza dei propri piedi e divenuta anche consapevole del loro intrinseco potere erotico-seduttivo, decide di trasformare questa “presa di coscienza” in un’attività amatoriale o professionale capace di donarle soddisfazioni di natura psicologica ma anche economica, attraverso la realizzazione di servizi di shooting video-fotografico e relativa commercializzazione di book o singoli scatti fotografici pubblicati su riviste o attraverso piattaforme social e siti web tematici.
L’attività di Foot Model può nascere come un semplice passatempo, un hobby, e poi trasformarsi in qualcosa di più strutturato e serio, fino a diventare una vera e propria professione. Diventare una “Modella del piede” a livello pratico può apparire come un’attività abbastanza facile da svolgere, ma certamente richiede tempo, tanto impegno, costanza e dedizione per raggiungere determinati obiettivi e risultati a livello professionale.
Da anni si assiste al fenomeno del “Foot modeling”, non inteso come modellazione o massaggio del piede ma come attività di valorizzazione e commercializzazione della immagine femminile attraverso lo sfoggio dei piedi da parte di donne che si definiscono Foot Model.
Nonostante aleggino intorno a questo fenomeno pregiudizi o critiche da parte di persone che ritengono questa forma di “esibizionismo” un’attività poco edificante sul piano morale, perché considerata al pari di altre parti seducenti del corpo femminile, una forma di svendita del proprio corpo e in senso più amplio di svilimento della Donna, esiste un pubblico consistente di adepti ed appassionati che al contrario vedono nel “foot modeling” una forma di valorizzazione ed esaltazione della bellezza femminile, anche attraverso il culto feticistico di parti del suo corpo.
Queste persone danno importanza all’estetica e alla dimensione fisica del proprio corpo femminile, decontestualizzando il discorso dai valori positivi o negativi di ordine etico o morale che si possono imbastire intorno all’utilizzo e fruizione feticista del corpo umano.
Naturalmente il “Foot modeling” è un fenomeno che può intersecare anche determinati ambiti o contesti del mondo Fetish e BDSM… e in questi casi è soggetto a diverse contaminazioni che possono mutarne la percezione positiva anche da parte di coloro che considerano l’attività di Foot Model al pari di tante altre…
La società benpensante e un pò bigotta in cui viviamo sicuramente ha qualcosa da criticare al mondo delle Foot Model, ma io mi auguro che presto queste visioni bacchettone e pregiudiziali lascino il passo a una nuova apertura mentale verso il valore positivo e il potere espresso dal piede femminile.
Doctor R.
Foto di Valentina Capoccia (Mistress Claire)


Tra gli aneddoti in chiave di erotismo e sessualità fetish che ho raccontato ed analizzato in “Profumo di zoccoli” solo uno è stato brevemente citato e non sviscerato come gli altri… perché purtroppo risale ad uno di quei ricordi sbiaditi e flebili di cui non sono riuscito a ricostruire mai l’intera immagine.
Mi riferisco alla prima volta che una ragazzina mi impose il suo piede odoroso sul volto… ricordo solo che lo fece in modo risoluto mentre altre sue amiche cercavano di immobilizzarmi mantenendomi disteso a terra. Per quanto io mi fossi dimenato per liberarmi dalla loro presa e sfuggire alla “punizione” della pianta del piede impostomi con prepotenza sulle narici… ricordo che la cosa mi piacque e anche tanto, sebbene io con goffo imbarazzo tentassi in ogni modo di negarlo.
Credo che fu quella la vera miccia che riaccese il mio feticismo dormiente per il piede femminile e la mia latente remissività erotica verso il genere femminile.
Sicuramente l’aneddoto dei primi zoccoli femminili che sperimentai nella mia tenera infanzia e questa esperienza di dominazione/sottomissione hanno plasmato e segnato in modo indelebile la mia formazione erotica-sessuale.
Doctor R.


Questa domanda potrebbe sembrare come quella famosa in cui ci si chiede se sia nato prima l’uovo o la gallina… eppure a pensarci meglio questa è una domanda la cui risposta potrebbe essere meno scontata di quanto si possa immaginare. Chiunque tra di noi abbia fantasie erotico-sessuali (e chi non ne ha?!) potrà convenire su un dato abbastanza incontrovertibile: le fantasie personali possono avere punti in comune con quelle di altre persone, ma tuttavia essere “uniche” nel loro modo particolare di essere sollecitate e infine di essere espresse e realizzate…ogni persona crea un proprio mondo erotico e quel mondo può essere talvolta costruito a partire da elementi fisici e stimoli anche molto differenti da quelli delle altre persone. Le fantasie, al di là delle differenze che possono avere da persona a persona, sono sicuramente alla base degli stimoli che spingono i vari soggetti a provare le diverse modalità di sperimentazione e quindi di concreta realizzazione. In ambito fetish la fantasia troverà facile terreno di sviluppo e concretizzazione in una forma che sarà certamente di genere “feticista” o in senso più ampio di genere BDSM o comunque afferente alle pratiche di natura D/s. In altre persone la fantasia potrà trovare realizzazione e concreta espressione sotto altre forme, alcune delle quali anche molto diverse dal mondo dell’eros D/s e BDSM. Nella mia personale esperienza di vita sono sicuro che determinate fantasie erotiche siano state stimolate ed alimentate solo in seguito alla conoscenza e sperimentazione a posteriori di alcune “pratiche fetish”, ovvero dopo essere stato introdotto verso argomenti e temi tipici del mondo D/s e BDSM… prima di questo approccio conoscitivo le mie fantasie, per quanto fervide e “avanzate”, erano relegate ad un livello più basso e “standard” nel concepimento e nella sperimentazione concreta del piacere erotico-sessuale. Questa presa di coscienza del percorso formativo che mi ha spinto progressivamente verso il livello della “sperimentazione delle pratiche fetish” mi ha regalato la consapevolezza e la certezza che nella fase più avanzata della mia completa maturazione erotica-sessuale sono state le “pratiche fetish” sperimentate a portare le mie fantasie erotiche ad un livello di ordine superiore e non il contrario. La fantasia erotica di “adorare” la Donna, di subire il suo controllo e potere come ribaltamento del tradizionale menage della coppia, nel quale l’uomo comanda e guida la donna relegandola al ruolo di “remissiva”, ha raggiunto un livello superiore solo dopo essere venuto a conoscenza dell’esistenza di pratiche fetish capaci di stimolare e amplificare la mia libido a livelli per me fino ad allora inimmaginabili. La mia fantasia “standard” si era fermata al semplice atto feticistico dell’adorazione dei piedi” della mia Donna “Padrona” e fino a quel momento pensavo che questo modo di vivere e sperimentare l’erotismo fetish fosse il più alto livello di soddisfazione ed appagamento che potessi concedermi e regalare alla partner… mi sbagliamo naturalmente… quando ho introdotto per la prima volta alcuni elementi di pratiche fetish che attingono al bondage e più in generale al mondo BDSM la mia sperimentazione e soddisfazione del piacere erotico-sessuale ha raggiunto vette sublimi… il “ball-gagging”, la “tenuta al guinzaglio”, il “foot-shoe worship” e il “pegging” sono state le pratiche che hanno rivoluzionato il mio modo di intendere la sessualità e l’erotismo, e non solo in ambito fetish. Se solo avessi scoperto prima questo sorprendente e piccante universo!…
Doctor R.


Ho sempre ammirato e invidiato coloro che hanno trasformato la propria deformazione retifista o feticista in una passione artistica, per trasformarla definitivamente in una professione… penso ad artisti e in particolare ai fotografi, il primo nome che mi sovviene alla mente è Elmer Batters di cui ho parlato anche nel saggio “Profumo di zoccoli”… ma invidio anche fotografi meno noti o sconosciuti, come ad esempio il francese Serge Diez, i quali hanno trasformato questa passione in un’attività professionale legale e capace di fare loro vivere e sperimentare liberamente il piacere di ammirare e adorare il piede femminile senza commettere un reato o senza avvertire alcun senso colpevolistico nel nutrire questa particolare e “strana” pulsione verso i piedi delle donne.
La foto del fotografo Serge Diez, che lo ritrae tenuto al guinzaglio mentre è intento ad adorare il piede morbido e sensuale di una donna dominante, penso sia il sogno erotico fetish più ricorrente è più ambito tra i cultori del piede femminile in senso feticista… tra i quali vi è naturalmente anche Doctor R.. Ciò che tuttavia sfugge a questa semplice constatazione del potere erotico esercitato dal piede femminile è sempre la solita e ricorrente domanda, che non ha ancora una risposta universale: perché il piede femminile esercita questo potere su tutti gli uomini?…sebbene con gradi diversi di influenza ed apprezzamento (pochissimi sono gli uomini che non considerano affatto il piede femminile come parte eroticamente seducente)…
Nonostante i “problemi” che nel corso della mia vita questa passione mi ha talvolta creato, devo ringraziarla per avermi donato la possibilità e l’opportunità di godere pienamente di questo “piacere”…così come devo ringraziare le Donne della mia vita che hanno compreso e assecondato questa mia preferenza erotico-sessuale, traendone loro stesse grande diletto e soddisfazione.
Doctor R.




La mia deformazione psicologica retifista mi ha portato nel corso degli anni a considerare la calzatura femminile come un oggetto erotico-sessuale, non solo un feticcio da contemplare ed ammirare, in particolare quando calzato dalla donna, ma anche un oggetto col quale sperimentare alcune pratiche fetish che coinvolgono principalmente i sensi dell’olfatto, del tatto e del gusto… di più, spesso ho considerato la calzatura femminile un vero e proprio “sex toy” …c’è stato un tempo in cui credevo fosse solo una perversione personale ma poi ho scoperto, con non poca sorpresa, che questa fantasia apparteneva già ad un’immaginario erotico umano ben consolidato.
C’è anche chi ha esplicitato la fruizione erotico-sessuale di questo feticcio sfruttandone le potenzialità a livello commerciale… e ha creato la “plug-pump” che può essere utilizzata per praticare varie stimolazioni in ambito erotico-sessuale.
Quindi la calzatura come “sex toy” è entrata ormai da tempo a pieno diritto nell’arsenale dei gadget erotici.
Certamente non tutti sono aperti a questo genere d’uso non convenzionale delle calzature femminili… ma credo che questo genere di sperimentazione abbia coinvolto talvolta anche persone non feticiste o retifiste e che queste ne abbiano comunque ricavato grande piacere e soddisfazione…
E voi, avete mai vissuto esperienze erotico-sessuali fetish con le calzature femminili?
Doctor R.
calzatura con valenza erotica esplicita: plug pump del brand “Ainsley-t” in fabbrica – ph: Edoardo Susanna

calzatura con valenza erotica implicita: un sexy stivaletto (tronchetto) con platform

Nel saggio “Profumo di zoccoli” ho indagato sui meccanismi psicofisici che generano e alimentano la parafilia feticista.
Il Retifismo è una particolare connotazione del Feticismo, che coinvolge pariteticamente piedi e calzature e porta a sperimentarne le diverse sollecitazioni e sensazioni afferenti ai cinque sensi umani, con predilezione principale per quelli della vista, del tatto, dell’olfatto e del gusto.
In proposito vi invito a leggere anche il seguente articolo, dove finalmente l’autore del testo ha avuto la correttezza e il coraggio di ammettere la possibilità che il feticismo possa esprimersi anche in forme non patologiche:
https://www.amanthy.com/feticismo-dei-piedi/
All’interno dell’articolo si legge un passaggio con questa precisa affermazione “Chi è attratto dalla semplice estetica del piede non può essere considerato un feticista.”
E’ la prima volta che mi capita di leggere in maniera esplicita questo dettaglio discriminante… che mi sento di condividere in linea generale, perché crea una linea di demarcazione netta tra coloro che possono essere definiti feticisti e non.
In realtà a mio parere la vera linea discriminante sarebbe quella legata al meccanismo di rielaborazione psicofisica, ovvero dell’eccitazione erotico-sessuale in correlazione al piede…
Anche i soggetti non feticisti possono effettivamente mostrare pulsioni erotiche alla visione del piede, ovvero possono riconoscerne il valore erotizzante…ma solo nei feticisti la pulsione erotico-sessuale è palese ed onnipresente e diventa elemento preponderante e irrinunciabile del comportamento parafiliaco.
Doctor R.
La sperimentazione degli aromi e dei sapori nella parafilia retifista…


L’adorazione del piede femminile per qualcuna e qualcuno resterà sempre un tabù, ma per coloro che hanno mentalità aperta e viva curiosità di sperimentare sensazioni diverse nell’ambito dell’erotismo e sessualità… l’adorazione del piede è una delle porte d’accesso preferenziale per la scoperta del piacere erotico.
La difficoltà principale è vincere l’atavica repulsione psicologica per il piede considerato una parte del corpo “sporca”…
come se leccare o annusare altre parti erogene del corpo non fosse una cosa “sporca” o poco igienica! 😉
E’ ciò dimostra che é solo una questione psicologica e di pregiudizio culturale-sociale e religioso….
Doctor R.



Nel vocabolario della lingua italiana troviamo la definizione di
Leccapiedi
lec|ca|piè|di
s.m. e f.inv.
comp. di lecca- e del pl. di piede.
spreg., chi si comporta in modo servile e adulatorio, spec. nei confronti di persone importanti o potenti, per trarne vantaggi.
Questa è la definizione più diffusa e comune del termine.
Ora provate a cambiare il contesto in cui utilizzarla.
Portatela nel mondo del foot-shoe fetish… vi accorgerete che questa definizione non solo perde di validità generale, ma muta profondamente anche la sua valenza negativa.
Anche i concetti di “servilismo” e “adulazione” su cui si basa cambiano prospettiva.
La prima volta che una ragazza mi disse, durante una sessione erotica-sessuale, che ero un ottimo leccapiedi, il significato tradizionale del termine assunse un valore incredibilmente positivo… Lei in tutta sincerità aveva effettivamente espresso un complimento nei miei confronti, naturalmente giocando contemporaneamente anche sull’ambiguità o sull’ambivalenza dei significati… probabilmente anche per il gusto di fare leva sul significato di sottomissione e sul senso di umiliazione che avrei potuto provare in quel particolare momento. Ma io avevo avvertito solo un grande piacere ed una immensa gratificazione nel farlo, e avevo afferrato anche il piacere di Lei che si era prestata senza troppe remore o imbarazzi a quella sessione di adorazione dei suoi piedi.
Lei aveva colto il significato profondo di quella pratica.
Aveva compreso che adorando i suoi piedi io avevo dimostrato di volere adorare anche Lei, superando il concetto tradizionale di “feticismo”.
Purtroppo solo poche altre Donne nella mia vita mi hanno mostrato di avere colto questa sottigliezza di significato nello svolgimento di questa pratica e questa incomprensione è stata sicuramente uno dei fattori che hanno scatenato incompatibilità e conflitto nel portare avanti alcune relazioni.
Le persone sono diverse, come diversi sono i contesti e le stagioni della vita in cui le persone si incontrano…
E’ fondamentale “relativizzare” e mettersi in ascolto delle reciproche esigenze, cercare di uscire dagli egoismi, che sono sempre a senso unico…
Non è sempre facile confrontarsi e comprendersi… ma vale la pena provarci.
Ne va della nostra e altrui felicità.
Doctor R.

